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PRESEPE

dicembre 3, 2012

todisco-gip-taranto.jpg_415368877Non conosco la Giudice delle Indagini Preliminari di Taranto. Di Patrizia Todisco è avaro di immagini persino Google: fate la prova: scrivete il suo nome e vi compariranno un sacco di Ministroclini., Prefettoferrante, Governatorevendola, persino qualche Stefanofassina (chi era costui? Ah:…il responsabileeconomico di Dalema&Bersani). E in mezzo a questa folla di occhi puntati in camera, menti volitivi e nasi penetranti poche rare immagini di una donna con gli occhiali seri di chi ha consumato un po’ della sua vista sui monumentali libri di diritto romano e nella lettura di migliaia di pagine di indagini, perizie. Quasi sempre ritratta di tre quarti come capita solo a chi non vuole apparire. Ecco: non la conosco ma me l immagino così. Proprio come dovrebbe essere un giudice che parla con le sentenze, senza microfoni griffati cacciati in gola in mezzo a un ronzante alveare di telecamere e cronisti. Me la immagino come credo che sia: una donna coraggiosa come lo sono solo le persone normali, con la forza di chi fa il proprio dovere e con l’esperienza sua e di chi l’ha preceduta che la rende normalmente diffidente di fronte a decreti e autorizzazioni integrate che troppe volte sono finite dis-integrate. Una che vorrebbe continuare ad essere una funzionaria pagata per far rispettare la legge non solo dai deboli ma anche dai forti. Una che vorrebbe tutelare la salute dei suoi concittadini e di quelli particolarmente esposti, donne e bambini, a cui non si può dire che moriranno di tumore perché sono nati in un’area di interesse strategico nazionale.

ilva_ferrante_interno_410Non conosco Bruno Ferrante. Di lui – sempre su Google – ci sono immagini a strafottere. So solo che era un prefetto e che – come molti suoi anziani colleghi – non si sta godendo la pensione (peraltro dignitosa) che gli spetterebbe: perché la famiglia Riva, quella cui è toccata in rotazione l’attuale proprietà dell’Ilva lo ha chiamato a presiedere la più grande acciaieria d’europa. Si: ha chiamato un ex-prefetto e non un ingegnere siderurgico o un finanziere svizzero-canadese. A prima vista può apparire strano. Poi lo senti (lui si) mentre dispensa generosamente dichiarazioni& rassicurazioni e capisci che la famiglia aveva soprattutto bisogno non di un esperto di siviere o di derivati, quantomeno non solo. Ma soprattutto di chi parasse loro il culo.

adg-famiglia-riva1Non conosco la famiglia Riva. So che Gianni Dragoni ha appena scritto per Chiarelettere un libro “ILVA il padrone delle ferriere” e che in una recensione di Francesco Semino si legge tra l’altro: “Sapiente montaggio di dichiarazioni e aneddoti su una famiglia dura come l’acciaio, che preferisce il fare all’apparire e che, come gli industriali di una volta, concede poco alla mondanità e si tuffa a capofitto sul lavoro anche con le seconde e ormai terze generazioni”. Ecco, a chi come me è nato e risiede in Val di Susa sapere che siamo alla terza generazione di una famiglia di industriali lombardi con quel cognome fa venire un po’i brividi: perché da noi la crisi del 2008 è iniziata…nel 1960. Quando il giovane rampollo di una famiglia omonima – Felice Riva, presidente del Milan (non me ne vogliano i tifosi rossoneri: non è colpa mia se la loro squadra ha sempre attratto presidenti ingombranti)– scappò in Libano con la cassa degli allora famosi Cotonifici Vallesusa, dove poté continuare la sua vita dorata a bordo del lussuoso yacht comprato con i contributi che il governo dell’epoca aveva generosamente concesso per salvare l’azienda dal fallimento. Ma si tratta sicuramente di una omonimia e se Bersani, Letta & Fassina si fidano delle loro promesse non è certo perché hanno ricevuto i generosi contributi documentati da Marco Lillo su Il fatto quotidiano,

Il_neo_Ministro_allAmbiente_Corrado_CliniConosco invece un po’ il ministro Clini: “di vista” – come si diceva una volta – perché sono stato distaccato attraverso un permesso della CGIL dei trasporti per qualche mese presso il ministero dell’Ambiente quando lui non ne era ancora il titolare ma il potentissimo Direttore Generale. Di lui mi colpisce che sia laureato in medicina (e quindi che sia in qualche modo tenuto ad osservare “il giuramento di Ippocrate”, come ho già avuto modo di scrivere), e che si ostini a sostenere che solo continuando la produzione la proprietà sarà in grado di far fronte ai miliardi di investimenti necessari a recuperare il ritardo epocale accumulato nell’adozione delle migliori tecnologie per contenere le emissioni mortali certificate da decine di perizie indipendenti (che proprio lui pare abbia tenuto a lungo nel cassetto). Capirei se tanto zelo venisse dal ministro dello sviluppo economico, tantopiù che in una vita precedente (quando faceva manifestamente il banchiere) Passera ha fatto affari con la famiglia delle ferriere coinvolgendoli nella cordata per accollare ai cittadini le perdite Alitalia investendo sulla polpa. Ma forse l’ex AD di Intesasanpaolo è più prudente del collega perché sa perfettamente che quella dell’acciaio è una industria ciclica e che la privatizzazione dei profitti e la pubblicizzazione delle perdite è una sorta di assicurazione sulla vita del settore che ha coinvolto e continua a coinvolgere ben altre famiglie dagli Agnelli di Teksid ai tedeschi di TyssenKrupp! E allora è inutile raccontarsi e raccontare balle.

20121129_cancellieriInfine in questo presepe natalizio che ancora attende il bue e l’asinello (e in cui speriamo che almeno il Bambingesù non nasca con una neoplasia congenita) non poteva mancare un altro Prefetto passato a una vita migliore, in questo caso quella di ministro: L’ineffabile Cancellieri che di fronte a lutti e disoccupazione (e mentre in famiglia forse si festeggia la liquidazione milionaria del figliolo a spese dei piccoli azionisti del fondo Ambra prosciugato da un’altra famiglia lombarda, ma d’importazione, i Ligresti) anche su Taranto ha una sola preoccupazione: che nessuno cerchi dei “pretesti” per turbare l’ordine pubblico. Dopodichè mi piace immaginarla curva sulla tastiera di un monumentale organo a canne a intonare Tuscendidallestelle…
Borgone Susa, 3 dicembre 2012-Claudio Giorno

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