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DOLCE LUCANO

ottobre 2, 2021

é un po’ di tempo

E’ un bel po’ che non scrivo sul mio blog,  ma credo che non se ne sia accorto nessuno. Tuttavia siccome da che esiste questo spaziolibero quanto vado scrivendo lo scrivo essenzialmente per me (e semmai per lasciare una traccia effimera del mio passaggio su questa terra), mi accorgo che oggi mi è tornata la voglia di farlo…ancora una volta, poi chi sa.

Mi è tornata non  perché ci sia qualcosa di buono all’orizzonte (perlomeno al mio orizzonte). Semmai tutto il contrario.

Il detonatore ( e che detonatore) è stata la condanna inflitta all’ex sindaco di Riace a 13 anni di reclusione (e un paio di mesi… per “buon peso” come si diceva un tempo nei negozi di alimentari di queste contrade dell’estremo nordovest).

Io a Riace ci sono stato, con tutta la famiglia. Accadde anni fa, giugno 2006; andammo apposta in ferie in Calabria dove non ci eravamo mai spinti nonostante fosse la terra di origine dei miei nonni paterni. Andammo prima a Tropea, per qualche giorno, poi attraversammo la punta dello stivale nel suo lembo più stretto, dal Tirreno allo Ionio, 106 kilometri ma non per raggiungere quel mare, ma un paese sulla collina: non come quelli narrati da Cesare Pavese, ma ricco di una storia (allora solo all’inizio) che azzarderei definire ugualmente forte (ancorché non letteraria). La storia che stanno ricordando tutti, da Wim Wenders ai signor nessuno come me, ma che ha affascinato tutti (e continua a farlo): la storia di un maestro elementare “comunista”, che non aspetta di vincere le elezioni per rivoltare come un calzino il suo paese di poche anime, spopolato proprio come tanti del Monferrato, ma da cui si vede il mare… quel mare dove i maggiorenti hanno spostato i loro beni, puliti o sporchi che siano; averi ben rappresentati da ristoranti, discoteche, “lidiazzurri” e capannoni, così tristemente uguali a quelli che hanno lastricato persino le nostre Langhe – patrimonio dell’umanità – che generano ricchi oneri di urbanizzazione… non puzzano, basta tapparsi il naso.

Ma il maestro non ci sta a veder morire un po’ alla volta il  paese vero, dissanguato dalla concorrenza spietata di quello artificiale. Non ci sta soprattutto a che da quel mare lontano, reso famoso dal ripescaggio accidentale dei Bronzi – (peraltro espropriati dalla città del “boja chi molla”); non accetta che da quello stesso mare rischino di non venire “ripescati” degli esseri umani, in quel caso Curdi; esseri umani, certo, ma che i maggiorenti vedono ne più ne meno come una seccatura o addirittura una minaccia al recente benessere… (un po’ come i loro futuri referenti del “nord”); Mimmo Lucano invece pensa non solo che debbano essere soccorsi, ma intuisce  che possono costituire una ricchezza; la rinascita, assieme a loro, alla loro accoglienza, del paese sulla collina, Nulla è pianificato, nulla nasce sulle carte bollate sostituite – un po’ alla volta – dai moduli ”smaterializzati”, non ci pensa nemmeno a “pararsi il culo”: come giri lo sguardo vedi le case di altri migranti, quelli che hanno abbandonato la Calabria per il Norditalia, la Germania, o per un altro mare, Atlantico o Pacifico; (di molti di loro si sono perse le tracce), ciononostante le finestre vengono riaperte: una che da sulla piazzetta del paese diventa una trattoria, altre diventano un “albergo diffuso”, ben prima che questa definizione entri nel Devoto Oli; del resto se non è un maestro a reinventare la lingua…

Basta, queste cose sono state descritte molto meglio di me, e ampiamente documentate, in molti libri,  servizi televisivi, articoli di giornale assai più autorevoli del mio blog semiclandestino… Io voglio solo raccontare (a me stesso e a chi si imbatterà casualmente su queste righe tra chi sa quanti anni) come ho conosciuto un uomo giudicato da un Tribunale della Repubblica “meritevole” di oltre 13 anni di reclusione, poco meno del doppio di quanto chiesto dalla Pubblicaccusa (i magistrati che – come in “America”- conducono le indagini, portano le prove di colpevolezza, se del caso mandano al “Confino” i sospetti rei, i conclamati farabutti, i ladri, gli ‘ndranghetisti e gli assassini). Avranno pur “scoperto” nelle loro indagini a tappeto, che una rivista statunitense (non certo comunista) come Fortune aveva inserito Lucano nella classifica annuale dei 50 uomini più influenti del mondo! Del resto il “Modelloriace”  è divenuto il simbolo stesso dell’accoglienza se ne parla in tutto il …”mondo occidentale”… Quello che si autocelebra per la  transizione ecologica e che dissemina di piattaforme petrolifere anche un piccolo mare come lo Ionio. Quello stesso mondo che regala le dosi scadute di vaccini agli africani, ma fa patti ignobili con Libia e Turchia perché gli impediscano di partire e li torturino nei campi di concentramento, o gli impediscano di varcare i confini dell’Unione. Che non sanzionano i “muri” di calcestruzzo e filo spinato dell’Ungheriacomunitaria…per non dire della Francia – patria dei “Dirittidelluomo” – la cui gendarmeria respinge chi è riuscito ad arrivare fin li abbandonandoli in territorio italiano tra ghiaccio e precipizi: quanti anni vogliamo dare – Vostronore a chi usa i soldi dei cittadini UE per questi crimini contro l’umanità se a Mimmo Lucano chiediamo (anche) indietro 500mila euri di contributi della Unione?

Manca forse una denuncia che consenta di far scattare l’obbligatorietà della azione penale? Ma allora come ha detto (provocatoriamente?) Wenders delle due l’una: o prendete per buone le pesanti accuse di Papafrancesco o lo arrestate per calunnia.

Provo a concludere: l’ho fatta lunga ma ce ne sarebbe… La Giustiziaitaliana è lenta si sa: per questo la Ministracartabia ne ha promosso una riforma radicale che – grazie alla impunibilità dei potenti – accorcerà radicalmente la durata dei processi.  Anche i più critici (lo sono tanti magistrati) si dovranno ricredere sulle buone intenzioni del Premierdraghi e della sua Guardasigilli proprio prendendo a esempio la Vicenda Lucano: Prefetti, altifunzionari dello Stato (quello Stato nel cui nome si pronunciano ed eseguono le sentenze) per anni hanno usato la disponibilità di Mimmo  a sburocratizzare i percorsi dell’accoglienza, lunghi a volte fino all’indurre i più fragili al suicidio; e a gestire le procedure al limite dell’autolesionismo (lo ha sempre dichiarato lui stesso): spesso mancava il tempo materiale per farlo e ancor più spesso erano gli stessi rappresentanti di ben più alte istituzioni a chiederglielo: “Mimmo, abbiamo qui un centinaio di profughi cui dare un letto, un pasto e dei vestiti asciutti”…Ma  allora – pazienza io che Vostronore – lo confesso – in quella breve “vacanza” nella Taverna di Donna Rosa ci ho desinato (e anche bene, Dietamediterranea) senza pormi tante domande, ma chiedo a Voi: possibile che nessuno si sia accorto di niente fermando  a suo tempo (magari autodenunciandosi) la Missione di Mimmo Lucano? Comodo servirsene per poi “scaricarlo”… o eravate anche Voi convinti che violava la legge per applicare la Costituzione?

Borgone Susa _ 2 ottobre 2021, Claudio Giorno

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