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VI TOGLIEREMO I TIR DAI PAESI

Maggio 5, 2022
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Poteva essere una tragedia. Nella mattina di giovedì 5 maggio un autoarticolato HB Bussmann Logistik che trasportava pesantissimi coils ha perso rovinosamente il carico. E’ accaduto presso la rotonda di Borgone che porta dalla provinciale 24 alla statale 25: nell’affrontare la rampa in direzione di Susa ha perso uno dei rotoli di lamiera di acciaio che trasportava; evidentemente non era stato bene assicurato alle cosiddette “culle” che, poste sul pianale del semirimorchio, dovrebbero evitare un simile gravissimo rischio. Per una volta la buona sorte ha voluto che il pesantissimo rullo terminasse la sua corsa di fianco al portoncino della casa dove inizia la pista ciclopedonale, di fronte al cancello di ingresso delle scuole primarie del paese dove oltre ai bimbi delle elementari si recano periodicamente anche i ragazzi delle medie che usufruiscono della palestra posta nello stesso piazzale; una folle corsa di oltre dieci metri che per fortuna non ha trovato sulla sua strada né gli studenti, né i passanti che utilizzano quotidianamente quel breve ma frequentatissimo percorso per recarsi nei numerosi esercizi commerciali posti subito dopo la rotonda. Nel registrare una volta tanto una buona notizia (ma che avrebbe potuto essere gravissima) resta da chiedersi con quali autorizzazioni (e di chi) viaggino mezzi che non così di rado perdono il trasportato; (e del cui sovraccarico si parlò anche in occasione della tragedia del Ponte Morandi di Genova)…rotoli in grado di schiacciare un’auto che si trovasse malauguratamente dietro o al fianco del semirimorchio…inoltre del perché possano essere usati dei furgonati che è legittimo ritenere siano adibiti prevalentemente a ospitare altri e meno pericolosi carichi. Così come non ci si spiega perché per “oggetti” che oltre che a rischio è molto improbabile che abbiano origine e destinazione in Val di Susa si voglia risparmiare il pedaggio autostradale che garantirebbe pendenze, raggi di curvatura ecc certamente più idonei alla sicurezza, ma soprattutto senza sfiorare abitazioni, scuole e negozi. Qualcuno non più giovanissimo forse ricorda gli slogan con cui fu imposta l’autostrada ai valsusini: “VI toglieremo i TIR dai paesi”…

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Ultimo ma non ultimo resta da registrare il lavoro gravoso, oneroso e certo non privo di rischi di Vigili del Fuoco attrezzati con mezzi pesanti, Polizia Municipale, dipendenti Anas ecc che hanno lavorato ore per mettere prima in sicurezza il rotolo (che era rimasto in bilico), e poi caricarlo temporaneamente sul camion (che aveva una parete sfondata!) in attesa dell’arrivo di mezzi – si spera meno precari – per portarlo a destinazione (si spera non a spese della collettività).

Claudio Giorno

Nella sequenza fotografica alcune fasi del recupero del carico.

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P.S.: è tutt’altro che casuale che eventi che hanno concretamente a che fare con le politiche dei trasporti accadano proprio nel piccolo paese dove sono nato e abito, Borgone Susa; un fazzoletto di terra costretto tra pianura e roccia a metà strada tra Torino e il confine ridisegnato dopo il secondo conflitto mondiale, (quello perso con la Francia dopo la “consegna della dichiarazione di guerra nelle mani dell’ambasciatore”)… Anche nelle nostre mani è stata consegnata una dichiarazione di guerra:  è successo nel 2005 quando un intero popolo era sceso dalla stesse montagne di Annibale per dire No Grazie alla ennesima infrastruttura di trasporto da calare nell’esiguo fondovalle dopo aver perforato (sta volta a quota assai più bassa) il Massiccio d’Anbin. Ma assai prima del Tav – quando ci si oppose a lungo all’autostrada del Frejus – il nostro territorio fu definito da un professore del Poli “a contratto”, (si ma con la concessionaria Sitaf…) un “corridoio plurimodale monitorato via satellite”. E allora, proprio come adesso con la ferrovia, la promessa autostradale (non mantenuta perché non mantenibile) fu la stessa: Vi togliamo i TIR dai paesi”. Bene, oggi uno di quei “TIR” ci ha graziato, transitando – in spregio alle più elementari disposizioni di sicurezza – in mezzo al paese, venti metri dal piazzale delle scuole, cinquanta dal viadotto autostradale; un itinerario verosimilmente scelto con lo scopo di evitare il pedaggio, oggi di quell’autostrada che avrebbe dovuto “ospitarlo” domani di quella ferrovia che dovrebbe sostituirlo;  è infatti difficile che il suo carico rischioso abbia origine/destinazione in una valle pioniera (suo malgrado) della de-industrializzazione ed è di questi giorni la notizia di decine di licenziamenti in casa Sitaf quell’autostrada che proprio come il Tav avrebbe dovuto garantire posti di lavoro per sempre…

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Lo so, oggi dovremmo preoccuparci di altri e più spaventosi pericoli, ma visto come siamo stati trattati noi per avere come unico torto quello di conoscere, amare e volere difendere la nostra terra, permettetemi di dichiarare un sano e onesto scetticismo.

One Comment
  1. Paola Martignetti permalink

    pazzesco

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